Hai la brillantezza
di un riflesso
casuale
imprevedibile
incontrollabile
aspirato
dai movimenti
notturni
della città
Non hai clausole
non sai contare
e ti getti nel corpo
come un salto nel
buio
terreno
dell’abitudine
e della gratitudine
nell’esercito
del mio cuore
Fai lo stesso rumore
del nulla
e ti arrotoli
sulle pause di un
pensiero
con la stessa
facilità
con cui l’erba
tagliata
viene fatta essiccare
Sono travolto
dalla tua presenza
e ogni volta
devo sconfiggere
le impronte che lasci
al tuo passaggio
quando non pulisci
le ali dal fango
Ma sei anche
l’ultimo dubbio
che mi corre di
fianco
e mi fa osservare:
la ragione è di chi
ama
restare da solo
e non vuole toccare
le corde vibranti
nella vita nascosta